E’ pronta a partire la nuova stagione al Teatro Colosseo. Claudia Spoto, direttrice del teatro, annuncia un cartellone già ricchissimo che è però in continuo aggiornamento e promette nuove sorprese. Sono quarantadue gli artisti annunciati da ottobre al maggio del 2023 con il meglio della musica con spettacoli italiani e internazionali, i racconti fra parole e musica dei più interessanti personaggi del giornalismo, circo e teatro.
“Dopo la lunga interruzione – ha dichiarato la direttrice – e un intero anno impegnato a “recuperare” quello che avevamo in sospeso, ecco finalmente la stagione 2022-2023. Solo il tempo saprà dirci se ciò che è accaduto negli ultimi due anni sarà una cicatrice che ricorda un’avventura leggendaria o un’ombra con cui confrontarsi: per il Teatro Colosseo il tempo sospeso della pandemia ha confermato di voler essere sempre di più uno spazio aperto. Non solo a una programmazione libera, senza pregiudizi e alla ricerca di quanto di più interessante c’è nel mondo dello spettacolo dal vivo, ma per artisti e pubblico la certezza che in questo luogo possano sentirsi a casa.”
Un’occasione nuova per i torinesi
Il cartellone si apre con un progetto speciale vincitore del Bando della Città di Torino in accordo con il Ministero della Cultura: si intitola “The making of” e a partire dall’8 ottobre fino al dicembre 2022 offrirà ai torinesi un’occasione per essere protagonisti della nascita di un nuovo spettacolo. Attraverso una call to action – aperta dal 15 settembre al 1° ottobre – rivolta ai ragazzi delle scuole superiori, ma anche all’intera città, un gruppo di nuovi “lavoratori dello spettacolo” si potrà approcciare al meccanismo ‘teatro’ partendo dalla messa in scena di un’opera teatrale chepotrà essere seguita fin dalle sue fasi di allestimento, passando attraverso laboratori con la compagnia, le maestranze, gli addetti ai lavori. Il Teatro Colosseo, per un mese, si trasforma in laboratorio di saperi e di mestieri, rompendo la quarta parete e permettendo ai partecipanti di non essere solo spettatori passivi ma totalmente attivi nella fruizione e nell’elaborazione del teatro stesso.
CARLO REA