Dagli antivirali agli anestetici usati nelle terapie intensive, dagli antibiotici all’idrossiclorochina, agli antibatterici: farmaci che vengono utilizzati per contrastare l’infezione da Covid-19 e che nelle farmacie ospedaliere di tutto il Paese scarseggiano drammaticamente.
A lanciare l’allarme con la prima pubblicazione sulle criticità sono gli stessi farmacisti ospedalieri con le segnalazioni sulla ‘Rete nazionale Emergenza Covid-19’ istituita 11 giorni fa dalla Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo).
La presidente Simona Serao Creazzola avverte: “Occorre che tutto il Paese sia cosciente che non è mai stata sperimentata una gestione così pesante di indisponibilità di farmaci e di dispositivi, e purtroppo anche di personale farmacista“. Le gravi carenze comunque non riguardano solo i medicinali ma anche i dispositivi di protezione individuale (Dpi) per il personale sanitario ospedaliero, a cominciare dai semplici guanti alle mascherine, FfP2, FfP3, ai camici sterili.
Non solo, mancano anche i caschi per la ventilazione non invasiva (Niv), quelli usati per i pazienti in insufficienza respiratoria causata dalla polmonite da Coronavirus, così come i dispositivi dedicati ad apparecchiature per alti flussi, materiali per ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap). E non ultimi in ordine di importanza, scarseggiano i tamponi naso-faringei.
“I primi dati che rendiamo noti esprimono carenze che permettono di intuire la difficoltà con cui oggi ci troviamo a gestire sia i pazienti Covid-19 che i pazienti con altre patologie che in questo momento subiscono una contrazione di disponibilità di farmaci“, afferma la presidente di Sifo.
E aggiunge: “E’ opportuno che tutti – colleghi, personale medico, istituzioni, stakeholders del Sistema Sanitario Nazionale – siano coscienti di come l’emergenza si stia abbattendo sul sistema di approvvigionamento di farmaci e sul letto del paziente“.
L’Agenzia del farmaco (Aifa) proprio oggi ha pubblicato nuove indicazioni per “gestire il rischio di carenza di idrossiclorochina” ed “evitare fenomeni di accaparramento” in modo da “garantire la continuità terapeutica dei pazienti con patologie reumatologiche già in trattamento e assicurare la disponibilità del farmaco anche per i pazienti con Covid-19“.
Anche la Sifo sottolinea che c’è una criticità territoriale altrettanto rilevante che si ripercuote sulla cura delle patologie croniche ed sulla presa in carico territoriale del Covid-19. “Di fronte a una situazione così impegnativa i farmacisti ospedalieri stanno assicurando una presenza costante e instancabile“, dice Serao Creazzola, “affrontiamo turni di lavoro intensissimi per assicurare ai clinici e ai pazienti il massimo della risposta“.
Di certo le regioni maggiormente colpite dall’epidemia fanno un alto consumo di farmaci che sottraggono le disponibilità alle regioni meno colpite, fa notare la Società di farmacia ospedaliera. Tra le cause delle carenze ci sono anche due precisi motivi: in alcuni ospedali le Direzioni applicano rigidamente il Codice degli Appalti con notevole rallentamento delle procedure di acquisizione. Infine gli attuali blocchi delle frontiere e delle importazioni portano a ritardi nella consegna di farmaci che arrivano dall’estero, ad esempio i curari usati in terapia intensiva, con pesanti ricadute sui pazienti critici.