TEATRO REGIO. Sospette scritturazioni di artisti tramite un’agenzia svizzera. Nomine, bandi, riconferme. Sono le ombre che si allungano sulla gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino, finita da quasi un anno sotto la lente d’ingrandimento della procura.
Il procuratore aggiunto Enrica Gabetta e la pm Elisa Buffa hanno fatto scattare oggi le perquisizioni della guardia di finanza. Quattro gli indagati, tra cui l’ex sovrintendente William Graziosi, voluto nel 2018 dalla sindaca Chiara Appendino dopo i 19 anni ininterrotti dell’ente sotto la guida di Walter Vergnano.
Nel mirino degli investigatori è finito, in particolare, il rapporto di Graziosi con l’agenzia svizzera guidata da un imprenditore di sua conoscenza, anche lui indagato: al centro delle indagini il meccanismo di scritturazione degli artisti, che ha portato il fatturato della società a triplicare in pochi mesi, arrivando a centinaia di migliaia di euro.
Gli inquirenti non escludono che il meccanismo possa essere avvenuto anche in altri teatri dove Graziosi ha lavorato in precedenza. Ma ad aver destato sospetti è la stessa nomina di Graziosi, che sarebbe avvenuta anche grazie alla spinta del cantante lirico Roberto Guenno, in cambio di un suo avanzamento di carriera. Guenno, anche lui indagato, fu candidato con il Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali del 2014 e poi a sostegno di Appendino alle comunali del 2016.
In pochi mesi, da corista è passato ad addetto allo staff della sovrintendenza e ricopre attualmente un ruolo dirigenziale al Teatro Regio. Su di lui pende anche l’ipotesi di reato di turbativa d’asta perché, secondo le accuse, avrebbe favorito in un bando una società di marketing milanese, in accordo con l’imprenditore responsabile – anche lui indagato – anche se poi la gara non è andata a buon fine.
Gli altri reati ipotizzati sono, a vario titolo, corruzione e abuso d’ufficio. La vicenda ha scatenato una bufera politica: la sindaca Appendino aveva dichiarato nel 2018 di assumersi “pienamente la responsabilità della proposta” di Graziosi per la sovrintendenza del Regio.
Anche per questo motivo oggi la vicecapogruppo del Pd in Sala Rossa, Chiara Foglietta, ha chiesto che sia proprio la prima cittadina a riferire “urgentemente” in aula “per sapere se era a conoscenza della situazione emersa” nell’inchiesta.
“Gli ‘apritori’ seriali di scatolette. Quelli che ‘tutto è marcio’ , che tutti sono delinquenti. I moralizzatori. Quelli dell’Honestà Honestà davanti Palazzo Civico. Quelli della cultura gestita dal sistema Torino in maniera ‘discutibile’ . Beh adesso dovranno spiegare un pochino di cose in aula e non solo“, rincara la dose il segretario metropolitano del Pd, Mimmo Carretta.
La replica arriva dall’assessora alla Cultura pentastellata Francesca Leon: “Sulla vicenda, nel rispetto del lavoro in corso di svolgimento da parte degli organi inquirenti, non possiamo che attendere le risultanze delle indagini“, si è limitata a dire, mentre l’attuale sovrintendente, Sebastian F. Schwarz, che del Teatro Regio è anche direttore artistico, si è messo a disposizione della magistratura.
“Mi auguro che, per il bene del Regio, sia fatta luce al più presto sulla vicenda – sottolinea Schwarz – per non penalizzare i lavoratori del teatro in un momento già particolarmente difficile legato all’emergenza Covid-19“.