COVID. “In fatto di cura domiciliare del Covid 19, il Piemonte ha fatto scuola a livello nazionale, facendo dell’organizzazione la prima vera medicina. Continueremo a curare a casa chi si ammala, ma occorre far passare il concetto che le cure domiciliari sono complementari alla vaccinazione e non alternative”.
Ad affermarlo, l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, oggi in quarta Commissione, dove ha tenuto due informative su terapie domiciliari Covid19 e stato di attuazione dei Lea Icardi ha ricordato che il Piemonte “è stato la prima regione a dotarsi di un protocollo per le cure domiciliari, formalizzato e condiviso con tutti gli stakeholder coinvolti nel piano d’emergenza sanitaria e la presenza in Piemonte di un tessuto sanitario di sinergie consolidate da tempo tra ospedali e territorio, ha permesso di non farsi cogliere impreparati”.
L’assessore ha spiegato che le prime sperimentazioni per la gestione territoriale Covid sono partite a marzo 2020, nell’alessandrino, con la gestione a domicilio di 340 pazienti, con un tasso ospedalizzazione del 6 % contro il 22% atteso.
Da novembre ad aprile 2020 sono stati 48 mila i pazienti presi in carico dalle Usca, di cui 3.700 solo nelle residenze per anziani.