L’ex sindaco Piero Fassino è comparso stamani in tribunale a Torino per testimoniare in un processo che vede come parte lesa una giovane donna che nel 2016 fu vittima di ripetute offese a sfondo sessista e razziale sui social.
Fra i sei imputati figura Laura Castelli, esponente del MoVimento 5 Stelle ed ex viceministro. Nel 2016 la giovane, che lavorava come cassiera al bar interno al palazzo di giustizia, era in procinto di candidarsi con il Pd alle elezioni amministrative per una circoscrizione di Torino.
Sul profilo Facebook della Castelli comparve una foto in cui era accanto a Fassino. “L’immagine – ha detto oggi l’ex sindaco – è stata tagliata per accreditare cose che non erano vere”.
Accanto a Fassino e alla candidata c’era infatti anche Federica Scanderebech, esponente locale all’epoca del Pd, che però nella fotografia non compariva.
La fotografia era stata scattata nel corso di un incontro fra tutti i candidati del Pd alle amministrative.
Fassino ha riferito che prima di quel giorno non aveva mai incontrato la ragazza. Quando gli è stato chiesto perché non avesse presentato a propria volta una denuncia, ha risposto “per due motivi”.
“Il primo – ha spiegato – è che quando ero ministro della giustizia avevo fatto di tutto per deflazionare le aule di tribunale. Quindi sarebbe stato incongruo. Il secondo è che una querela fra due esponenti politici si presta a strumentalizzazioni e gossip giornalistici che volevo evitare”. “Ma l’azione giudiziaria intrapresa dalla signora – ha aggiunto – è assolutamente legittima e fondata”.
La giovane donna, in aula, ha detto che per lei quella esperienza fu “devastante”. “Ci furono tantissimi commenti e condivisioni – con battute sgradevoli e sessiste su una relazione inesistente. Le sentivo ovunque andassi, persino fra i clienti del bar del tribunale, dove lavoravo: ‘tu sei quella di Fassino …’. Associavano il fatto che fossi romena a una brutta cosa, oppure dicevano che di Fassino ero la badante. Ne parlò persino un giornale in Romania. Avevo attacchi di panico, ed ebbi bisogno di un sostegno psicologico per superare la situazione”.
La giovane, come ha testimoniato Federica Scanderebech, ritirò la candidatura per lo sconforto. “Io stessa – ha affermato – rimasi basita. La nostra foto era stata ripostata, tagliata e associata a situazioni non vere. Sono donna anch’io e questo non mi pare un comportamento degno”.
“Il linguaggio d’odio e la diffamazione infettano società, rete e istituzioni. So quanto è diffuso, essendone stato più volte vittima”.
È la dichiarazione di Piero Fassino, deputato ed ex sindaco di Torino, dopo la testimonianza resa in Tribunale a Torino in un processo che vede imputata per diffamazione la parlamentare del M5S, Laura Castelli.
“Sono comportamenti inaccettabili sempre – prosegue – e sono tanto più gravi quando a ricorrervi è chi riveste incarichi politici. Potremo sconfiggerlo – sottolinea – soltanto quando tutti smetteranno di usarlo come strumento di battaglia politica. E allora – conclude – sarà un momento in cui cresceremo in civiltà”.