Fabio Ridolfi è morto “senza soffrire”, dopo qualche ora di sedazione profonda. Lo comunica, tramite l’Associazione Coscioni, la famiglia del 46enne di Fermignano (Pesaro Urbino), “che ha scelto la revoca del consenso alla nutrizione e alla idratazione artificiali. Nel pomeriggio aveva avviato la sedazione profonda”.
Una scelta fatta perché non era riuscito ad avere accesso al suicidio medicalmente assistito pur avendo i requisiti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale, riconosciuti dal Comitato Etico Regione Marche, con un documento però, “ancora pieno di lacune che portava con sé nuove difficoltà burocratiche e lo spettro di una nuova lunga attesa prima della definitiva possibilità di procedere effettivamente”, secondo l’Associazione Coscioni.
Fabio era inchiodato al letto da 18 anni, a causa di una tetraparesi dopo un’emorragia cerebrale. Prima di morire ha sentito intorno a sé l’affetto della comunità di Fermignano, che si è riunita ieri sera in piazza per una veglia al suono della sua band preferita, i Metallica. “Vogliamo salutarlo e fargli capire che tutta Fermignano è con lui e con la sua famiglia” ha detto il sindaco Emanuele Feduzi.
E il fratello Andrea ha invitato a “non essere tristi per lui. E’ quello che voleva, una liberazione”. A salutarlo la band che aveva formato da ragazzo, gli Out of Signal, le associazioni cittadine, gli arcieri del Castrum Firmignani e i tifosi della Fermignanese, con uno striscione: “Rispetto per Fabio”. Oggi, alla notizia della morte, in paese hanno suonato le campane e così la gente ha saputo.
Sfegatato tifoso giallorosso, Fabio ha fatto anche in tempo a vedere esaudito il suo ultimo desiderio: avrebbe voluto incontrare Pellegrini e Zaniolo, non è stato possibile per il ritiro della nazionale per la Nations League contro l’Inghilterra. Ma il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini gli ha inviato un videomessaggio: “ho sentito parlare di te – dice, con indosso la maglia azzurra -. Sono in Nazionale e non potrò passare di persona, ma ti mando un grande saluto, un abbraccio e un bacio” mentre gli occhi di Fabio, l’unico organo con cui poteva comunicare con il mondo tramite un puntatore oculare, si illuminavano. “Come gli ho detto poco tempo fa ‘te ne vai da Campione d’Europa’ e questa coppa lo rende ancora più orgoglioso di tifare Roma” il commento di Andrea, che ha sempre accompagnato il fratello nella sua battaglia che va avanti da anni.
Un addio ancora accompagnato dalle polemiche per i ritardi, tra l’altro nell’indicazione del farmaco, del servizio sanitario. L’avvocato Filomena Gallo, legale di Fabio e segretario dell’Associazione Coscioni, mette a confronto la sensibilità dimostrata da Pellegrini (“questa è attenzione, sensibilità, pensiero, rispetto”) e il comportamento del Governo, che “avrebbe dovuto intervenire con responsabilità e tempestività contro l’azienda sanitaria che sta negando il fine vita richiesto da Fabio”. E ieri un botta e risposta tra il ministro Roberto Speranza, che annunciava un “tempestivo intervento” per ‘Mario’, il 44enne tetraplegico, anche lui marchigiano, che ha ottenuto il parere favorevole e l’indicazione del farmaco per il suicidio assistito, ma che si deve pagare tutte le spese, e l’Associazione Coscioni.
“Ringraziamo il ministro, ma ‘Mario’ ha già dovuto sborsare i 5.000 euro, coperti dalla nostra raccolta fondi – la replica dell’Associazione Coscioni – semmai si può parlare di risarcimento”. Per Fabio quella della sedazione profonda è stata “una scelta di ripiego” ricordano Gallo e Marco Cappato, tesoriere della Associazione Coscioni, che parlano di “una serie di incredibili ritardi e di boicottaggi da parte del Servizio sanitario”.
“Ci uniamo al dolore della famiglia – concludono -. Da domani continueremo a batterci affinché non si ripetano simili ostruzionismi e violazione della volontà dei malati”.