Lo scorso lunedì è stato approvato il bilancio previsionale 2021/23. Tralasciamo i commenti rispetto all’accaduto che ci ha portato (tristemente) sulle cronache nazionali. Era successo anche per il Consiglio precedente, con la figuraccia rimediata con la bocciatura della mozione sulla Carta di Stazzema. Due Consigli comunali su due è già un bel record. Chissà il prossimo.
Come sappiamo la maggioranza è impegnata nel risolvere i piccoli problemi di manutenzione, amplificati come atti eroici dalla propaganda del sindaco. Di sicuro c’era bisogno di ripristinare anche solo un minimo di tempestività nell’intervenire rispetto a situazioni che richiedevano solo un po’ di impegno in più per essere risolte. Di questo i cittadini giustamente si rallegrano, e noi con loro.
Tuttavia, la sensazione è di una maggioranza decisamente in affanno non appena si affrontano questioni più spinose, vedi impianto don Mosso, oppure quando sono necessari ragionamenti di prospettiva e di visione che superino gli slogan della campagna elettorale, città più sicura, più pulita, etc…
Siamo qui da neanche sei mesi, è stato il mantra della serata. I toni roboanti della campagna elettorale di salvatori della Città, hanno lasciato spazio alle più compassate dichiarazioni dell’assessore Cerrini “il bilancio ci dà pochi spazi di manovra…le risorse sono scarse”. Infatti, il provvedimento principe è stato la previsione di riattivar l’autovelox di Corso Garibaldi. Questioni di sicurezza ovviamente, mica per fare cassa.
L’altro pezzo forte del bilancio è stato la rotazione di dirigenti. Necessità improrogabile, imposta dalla legge (secondo la maggioranza). Sarà da mettere in mora il commissario Ferraris, nonché vice prefetto; il Piano anticorruzione, aggiornato a febbraio 2020 così recitava “…al momento però va dato atto che la dotazione organica dell’ente è assai limitata e non consente, di fatto, l’applicazione concreta del criterio della rotazione. In quanto non esistono figure professionali perfettamente fungibili”.
Costo stimato, 60.000 euro quest’anno, 120.000 il prossimo. Abbiamo proposto, con un emendamento, di destinare tali risorse ad un “fondo straordinario di solidarietà” per la pandemia. Un fondo da 180.000 per un biennio, suscettibile di incrementi successivi. Un modo per portarsi avanti, mettendo “fieno in cascina” per i giorni più difficili. La previsione è che, nonostante siano già state potenziate le risorse in ambito sociale, non siano mai abbastanza, soprattutto quando finirà il blocco dei licenziamenti e degli sfratti.
Ma non ci hanno creduto. Ci vogliono far credere che sia più urgente assumere due nuovi dirigenti…
Va, distruggi il male e va….