La nostra ancora altissima dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali (l’80%, a fronte di un restante 20% scarso da fonti rinnovabili) fa sì che crisi come quella russo ucraina o, semplicemente, un rincaro delle bollette come quello verificatosi a partire dall’inizio del nuovo anno mettano in ginocchio non solo le famiglie e le attività economiche, ma anche la Sanità.
Nel 2022 Il fardello bollette per ospedali e aziende sanitarie piemontesi potrebbe essere pesantissimo, con spese raddoppiate secondo le stime dell’Assessorato regionale alla Sanità, che ha raccolto le segnalazioni di Asl e Aso.
Fonti attendibili, in attesa di un dato ufficiale parlano di un rosso che arriverebbe per la Sanità piemontse a toccare quota 300 milioni. Una cifra esorbitante, se si pensa che, per esempio, in Toscana si ipotizzano 170 milioni di deficit. Se il deficit fosse confermato la nostra regione rischierebbe, a pochi anni di distanza dall’ultimo, di ritornare nuovamente in Piano di rientro con tutte le strette e le limitazioni di servizi essenziali come quelli sanitari ciò comporterebbe.
In condizioni simili sarà compito dell’attuale governo regionale farsi carico del grave problema e concordare con lo Stato aiuti finalizzati ad evitare il tracollo.
Se la politica non farà, presto e bene, la sua parte, a pagarne le spese saremo tutti noi.