Il crollo della gru sabato scorso sul palazzo di via Genova a Torino apre una voragine nella nostra coscienza di cittadini e di esseri umani. Fonti sindacali da me intervistate oggi danno un dato drammatico sul numero di morti sul lavoro in Piemonte: uno ogni tre giorni circa. “Il bonus edilizia è in scadenza per cui gli operai del settore si trovano a dover lottare contro il tempo e, per accelerare, spesso non usano i presidii per la sicurezza sul lavoro previsti per legge.”.
Il denaro come Dio cui sacrificare tutto, anche la propria vita. In una Nazione di esseri umani, in cui i valori di solidarietà sociale della Costituzione abbiano ancora un senso, questo non dovrebbe accadere. Nessun imprenditore dovrebbe consentire ai propri dipendenti di lavorare in condizioni di grave pericolo.
Ma noi italiani del 2021, giunti al terzo anno di pandemia da Covid 19, ci stiamo progressivamente disumanizzando. La diffidenza nei confronti del vicino di pianerottolo sta sostituendo il sorriso e il saluto tipici piemontesi (falsi e cortesi per alcuni, ma almeno cortesi), il terrore di essere avvicinati per strada da un “untore”, la chiusura nel proprio piccolo mondo di sguardi rivolti perennemente allo schermo dello smartphone fanno di noi degli automi privi di coscienza, di umiltà, di compassione verso il prossimo.
Forse sarebbe davvero ora di sederci tutti in cerchio, magari assieme ad un bravo esperto, e rieducarci piano piano all’amore.