“Qualcuno mi deve spiegare come, con pieghe che costavano 8 euro l’una, sia potuta arrivare ad oltre duecentomila euro di evasione fiscale. Chi li ha mai visti quei soldi?”.
Gemma Torre abita a Chivasso, in provincia di Torino e compirà 70 anni il prossimo ottobre.
Stringe tra le mani la cartella esattoriale arrivatale dall’Agenzia delle Entrate. Quando l’ha aperta ha pensato ad uno scherzo. Poi ha capito che di scherzo non si trattava. Anzi.
La questione è seria, anche se viene difficile pensare come una donna al crepuscolo degli anni, che vive con le 470 euro al mese di pensione del marito, in una casa in affitto, possa pagare quello che lo Stato le chiede.
Gemma Torre, per i chivassesi che non hanno mai avuto modo di conoscerla, per più di quarant’anni della sua vita ha sempre fatto la parrucchiera per signore e signorine.
Fino al 1985 a Montanaro, poi in via 3 Marzo a Betlemme, frazione di Chivasso, proprio di fianco alla Chiesa.
La sua attività è rimasta aperta fino al 2017 quando – come dice lei – “avevo raggiunto l’età per ritirarmi”. Una sola dipendente, quando gli affari andavano bene, altrimenti sempre e solo lei a lavare, tagliare, fare la piega o la tinta a centinaia e centinaia di teste. Chissà quante chivassesi sono passate nel suo negozio.
Da cinque anni Gemma Torre s’è ritirata in pensione ma, proprio quando la vita dovrebbe regalare un po’ di spensieratezza e alleggerire la pressione di anni e anni di lavoro, stress e routine, ecco la sorpresa che non ti aspetti. O che non vorresti mai ricevere.
L’Agenzia delle Entrate ha elevato una sanzione di 238.102,86 euro all’ex parrucchiera di Betlemme per le cartelle esattoriali non pagate negli anni 2005, 2009, 2010 e poi fino al 2018. Si va da contestazioni di pochi euro, sessanta in alcuni casi, ad altre superiori anche agli ottanta mila euro. Contestazioni per lo più legate a Irap, Irpef, Iva che negli anni non sarebbero state versate. Per un totale di 32 cartelle esattoriali.
“Francamente non mi ricordo di aver ricevuto così tante cartelle esattoriali – spiega la donna, ovviamente preoccupata -. Anche perché se le avessi ricevute, mi sarei data da fare prima ed avrei evitato che si arrivasse a cifre così elevate”.
La cartella esattoriale “monstre” le è arrivata pochi giorni fa: in calce, come per tutte le sanzioni, si danno 5 giorni di tempo per pagare prima che scatti l’esecuzione forzata. “Come se trovare 238 mila euro fosse semplice….”, allarga le braccia e sospira la chivassese.
“Confesso che negli anni possa aver evaso qualche imposta, non dico di non aver mai sbagliato – continua Gemma Torre – ma da qui a chiedere cifre del genere ce ne passa. Tagliavo i capelli ai bambini e facevo le pieghe alle signore, in una frazione come Betlemme: com’è possibile avere un giro d’affari come quello che mi viene contestato?”.
Gemma Torre ha deciso di rivolgersi ad un avvocato per valutare quale strada seguire.
“Dovrò spendere dei soldi per un legale per una cosa senza senso, per difendermi da una pretesa economica che è surreale – conclude -. Ho lavorato tanto per potermi meritare un po’ di riposo con la pensione e, ora, invece, mi stroncano la vita così…”.