Un detenuto del carcere di Ivrea è morto in ospedale per le complicazioni dovute al Covid: non era vaccinato.
Altri 33, invece, sono risultati positivi dopo i tamponi e si trovano, in gran parte, nel reparto al secondo piano della casa circondariale che, come da prassi, è stato chiuso per evitare ulteriori contagi. Il garante dei detenuti di Ivrea, Raffaele Orso Giacone, ha effettuato nelle scorse ore un sopralluogo all’interno della struttura.
Al momento solo due persone hanno sviluppato lievi sintomi da Covid. La maggior parte dei detenuti di Ivrea, oltretutto, è stata regolarmente vaccinata: sono meno di una decina i no vax su oltre 200 detenuti.
Alle Vallette di Torino un focolaio con 204 positivi
Nuovo balzo in avanti dei casi di Covid nelle carceri. I detenuti positivi sono 3.287, secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati a ieri. Appena tre giorni prima, cioè il 17, erano 2.625. Una salita del 25% calcola il sindacato della polizia penitenziaria ‘Osapp, che si va a sommare a un aumento “eccezionale” già intervenuto tra il 27 dicembre e il 17 gennaio scorso: un più 466% visto che alla fine dell’anno scorso i casi erano 463.
Quasi tutti i detenuti positivi sono comunque asintomatici. Lo sono 3.251,a fronte di 20 sintomatici curati in carcere e di 16 ricoverati in ospedale. E intanto va avanti la campagna di vaccinazione: agli oltre 54mila detenuti sono state somministrate sinora 100.595 dosi. Tanti i focolai nei penitenziari, con otto istituti che hanno ciascuno più di 100 detenuti positivi.
La situazione più critica è a Torino dove ci sono 204 contagiati, pari a un recluso su 7. A Firenze nel carcere di Sollicciano i casi sono 171 ( mentre 45 tra la polizia penitenziaria). A Napoli tra Poggioreale (168) e Secondigliano (146) i detenuti positivi sono 314 e gli agenti 106.
A Busto Arsizio tra la popolazione detenuta i casi sono 160, 131 invece a Prato, 126 nel carcere milanese di San Vittore (con due detenuti ricoverati in ospedale) e 119 a Pavia. Una situazione resa ancora più difficile dal sovraffollamento, pari al 114%, con 47.418 posti effettivi a fronte di 54.329 detenuti, come ha ricordato qualche giorno la ministra della Giustizia Marta Cartabia, sottolineando che il carcere sarà la priorità di questi mesi .
“Si deve provvedere ogni giorno a centinaia di separazioni tra i soggetti positivi e l’ulteriore utenza detentiva nell’ambito di istituti di pena di conclamata vetustà, privi di ulteriori spazi e persino di servizi igienici in idonee condizioni”, dice il segretario dell’Osapp Leo Beneduci, che segnala le “crescenti tensioni interne” e le “intemperanze e violenze spesso in danno del Personale”.
Proteste ci sono state nel carcere di Avellino, dove i detenuti di una sezione hanno bruciato i materassi , lamentando inadeguate condizioni di sicurezza sanitaria.La tensione è esplosa in seguito al mancato trasferimento di un detenuto risultato positivo al Covid-19 nel reparto destinato ai contagiati dal virus, come riferisce Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa.
E a Napoli familiari dei detenuti hanno fatto un sit-in davanti al carcere di Poggioreale contro il sovraffollamento che favorisce il contagio. Con loro anche il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, e quello di Napoli, Pietro Ioia e Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale.