In seguito alla pubblicazione della mappa dei potenziali siti per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, il vicesindaco della Città metropolitana di Torino, Marco Marocco, ha convocato per oggi un incontro con le amministrazioni coinvolte per esaminare la situazione. Analoga iniziativa è stata presa anche dai vertici della Provincia di Alessandria.
Il 30 dicembre, infatti, la Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto dal Governo il nullaosta e ieri ha pubblicato la documentazione completa che indica 67 località nelle quali esistono le condizioni tecniche per realizzare gli impianti. Dodici le aree più adatte, che si trovano nelle province di Alessandria, Torino e Viterbo.
Carmagnola, intanto, dice no al deposito delle scorie nucleari. A scendere in campo, dopo l’inserimento del territorio della cittadina torinese nell’elenco dei siti idonei, è il sindaco Ivana Gaveglio. “La città di Carmagnola – avvisa – non è stata informata preventivamente e l’avviso pubblicato indica una proposta di Carta Nazionale di 67 aree potenzialmente idonee sulla base di valutazioni che non condividiamo assolutamente”. La prima cittadina parla di una “assurda situazione.
Siamo determinati a dimostrare la non idoneità dell’area individuata e a proteggere il territorio carmagnolese e i suoi abitanti. Facciamo appello a tutte le forze politiche, associazioni di categoria e a tutti i cittadini di affiancarci in questa battaglia”. La stessa contrarietà è espressa dal consigliere regionale di FdI Davide Nicco.
“L’ipotetica zona identificata – spiega – è un’area agricola di pregio ed è limitrofa a un sito d’interesse comunitario protetto dall’unione europea e ad un’oasi naturale del Wwf. La Regione non può accettare passivamente una decisione assurda calata dall’alto di chi evidentemente non conosce il nostro territorio. Mi riservo – conclude – di approfondire gli altri siti piemontesi individuati per capire eventuali criticità”.