La guerra russo ucraina sta generando una prevedibile, enorme massa di civili in fuga dalle zone di guerra.
Nel Canavese sono attesi e stanno già arrivando nuclei di profughi ucraini. In attesa che la macchina dell’Istituzione regionale e delle Prefetture definiscano dove e quanti eventuali Centri di accoglienza straordinaria saranno attivati sul territorio, è il passaparola e l’ospitalità dei canavesani a muovere le prime sistemazioni.
La Regione Piemonte il 2 marzo scorso ha approvato in proposito un Ordine del giorno che prevede di attivare in tempi rapidi l’ospitalità organizzata. Anche perché, come rilevato dalla Giunta regionale: “Abbiamo il dovere di essere presenti con i 20.000 cittadini ucraini che vivono in Piemonte. Ci stiamo organizzando per istituire una sorta di voucher che servirà per sostenere economicamente le famiglie che ospiteranno gli ucraini in fuga”.
Una solidarietà totalmente gratuita, senza barriere e con il solo scopo di aiutare nostri simili in difficoltà. Sono i piccoli, grandi gesti come questi che ci fanno ancora sperare in un futuro umano. E bisogna riconoscere che nell’accoglienza il nostro Paese, anche in considerazione della sua collocazione geografica nel Mar Mediterraneo, si è da sempre distinto per fornire aiuti a profughi e diseredati di ogni nazionalità. Ovviamente vanno evitati, per quanto possibile, gli ingressi di delinquenti, ma la massa dei rifugiati è da noi sulla spinta della disperazione e con il desiderio di un futuro migliore.