La bellezza di 17 milioni e mezzo di euro per il 2020. Dal 2017 al 2019 circa 16 milioni e mezzo all’anno e, non sappiamo a quanto ammontasse il budget in precedenza assegnato alla Clinica Eporediese. Tanti, tantissimi soldi e, limitandoci agli ultimi 4 anni, qualcosa come circa 70 milioni di euro. Inutile chiedersi che cosa ci si sarebbe potuto fare con tutto questo denaro. Di risposte se ne potrebbero sfornare mille, a cominciare da un migliore trattamento economico per gli infermieri, passando dal nuovo ospedale di Ivrea e finendo con il puntare il dito sui quegli 800 mila euro non spesi quest’estate per aumentare i posti letto in terapia intensiva e semi intensiva o sistemare i vecchi ospedali di Castellamonte e e Chivasso. Tant’è!
Quel che ragionevolmente bisognerà fare però, fuori dal tempo del Covid, è tornare a guardare ai rapporti che intercorrono tra pubblico e privato, considerando anche gli insuccessi del pubblico nella gestione dell’emergenza, con pochi posti letto, pochi infermiere, poche macchine per ventilare e via discorrendo.
Gli insuccessi del pubblico e la crisi nera in cui è caduta la sanità privata con un vero e proprio azzeramento delle prestazioni ambulatoriali e dei pazienti da ospedalizzare.
Privati in crisi
Un problema enorme per i bilanci, considerando che cliniche e laboratori lavorano un “tot” a prestazione nell’ambito di un budget fissato di anno in anno in accordo con le Regioni.
In Lombardia, il governatore Fontana ha alzato le braccia al cielo e, temendo qualche inchiesta giudiziaria, ha più o meno sentenziato che a fine anno pagherà solo quanto dovuto.
In Piemonte, invece, si è concesso ai privati di poter recuperare quel che si è perso quest’anno nei prossimi due anni. Anzi no, si è fatto addirittura di più e, con una delibera regionale risalente al 10 marzo scorso, “considerato lo stato di grave emergenza determinato dalla diffusione del COVID-19” si è sottoscritto un Protocollo d’intesa con le Associazione di categoria AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) attraverso il quale i privati, per non lasciare vuoti i posti letto li hanno messi a disposizione dell’emergenza.
Ad agosto poi si è aggiunta una ulteriore DGR (Delibera di giunta regionale) in base alla quale si è deciso di erogare ai privati, a titolo di acconto, e salvo conguaglio a seguito di apposita rendicontazione, un corrispettivo, nel limite del 90 per cento, di quanto dovuto per l’anno 2020.
Si aggiunge che nel saldo, tutti i pazienti Covid ricoverati verranno remunerati con un 15% in più rispetto al budget assegnato non senza una specifica delle maggiori spese sostenute.
Insomma un regalo. Un regalo che per il 2020 e per tutto il Piemonte viaggia all’incirca intorno ai 791 milioni di euro.
Tutto ciò con una premessa e cioè che i malati gravi, quelli che abbisognano delle terapie intensive, restano comunque e pur sempre in capo al pubblico non foss’altro che qui c’è la rianimazione e di là no.
Quanto costa un posto letto?
Inutile, almeno sino ad oggi, chiedersi, quanto ci costerà un posto letto Covid a bassa intensità nella sanità privata…
Incredibile, ma vero, la giunta regionale non lo ha ancora stabilito. Si sa quel che costa nel Lazio e in Toscana (circa 250 euro al giorno) ma in Piemonte sono rimasti i puntini di sospensione.
A 250 peraltro non a caso. Ci si arriva considerando il costo medio di un paziente in fase riabilitativa che è di circa 240 euro, ben di più di quanto non sia previsto per i lungodegenti (da 170 a 190 euro al giorno), per i Cavs (circa 120 euro al giorno) o per gli anziani nelle RSA (circa 70 euro).
Tornando all’ASL To4, ancora più difficile sarà fare un prezzo alla Clinica Eporediese, struttura di proprietà del Policlinico di Monza che si è offerta di accudire fino a 80 pazienti Covid e ha, come già detto, un budget assegnato di quasi 17,5 milioni di euro per ricoveri in acuzie, qualcosina per le post-acuzie e specialistica ambulatoriale.
Più difficile perchè qui, nella gestione ordinaria, i pazienti vengono ospedalizzati come in un qualsiasi alto ospedale pubblico tra le altre cose per operazioni chirurgiche che, oltre ad un costo per l’intervento, hanno un costo per la prima giornata di degenza che può anche superare i due mila euro, a cui si aggiunge una tariffa giornaliera che può anche superare i 300 euro al giorno.
Tanto per fare alcuni esempi, tra i meno cari, un intervento sull’orbita, con 10 giorni di degenza e salvo complicanze, allo Stato, quindi a noi, può arrivare a costare anche più di 10 mila euro, uno di adenoidi non meno di 5 mila euro.
Ricapitolando…
Per ogni clinica privata esiste un budget. Ccon il Covid si sarebbe potuto fare un gran bel risparmio sulla sanità privata da investire nella sanità pubblica e, invece, si è scelto di dare subito loro (s’intende ai privati) un acconto del 90 per cento di una spesa che non c’è stata rinviando il saldo vero e proprio ai bilanci che si faranno da qui tre anni… Alè!
In verità messa così viene quasi da piangere o da pensar male. Il problema, infatti, sta alla radice e comincia con i tagli alla spesa pubblica compensati e intercettati dai privati, in una logica che non è più quella di servizio pubblico, ma di profitto.
Come funziona lo aveva spiegato molto bene la giornalista Milena Gabanelli in un servizio di qualche anno fa.
Si sosteneva, tra le altre cose che in Lombardia i rimborsi delle prestazioni al privato ammontassero mediamente al doppio o al triplo delle stesse prestazioni eseguite da strutture non convenzionate.
Peggio ancora, che al pubblico fossero stati lasciati i settori ad alto rischio e ai privati quelli ad alto reddito, molta diagnostica e poco pronto soccorso. Liberi loro, inoltre, di assumere, licenziare e pagare come gli pareva.
Niente di più vero, a quanto pare, anche in Piemonte dove si assiste all’occupazione delle sale operatorie trasformate in reparti di terapia intensiva ma non s’è visto ancora un privato che abbia messo a disposizione le sue.
Gli altri privati
Nell’Asl To4, oltre alla Clinica eporediese, i privati accreditati impegnati nella “specialistica ambulatoriale” sono il Malpighi di Chivasso con un budget di circa un milione e 850 mila euro e la Nuova Lamp di Settimo che può arrivare sino a 2 milioni e 700 mila euro.
Si aggiungono, ma di questi non si può proprio fare a meno e certo non si può dire che siano in concorrenza con le strutture ospedaliere, i privati specializzati in post acuzie, (cure riabilitative che vengono effettuate su un paziente dopo la fase acuta di una malattia). Nell’elenco troviamo Villa Grazia di San Carlo, con un budget di 9 milioni e 600 mila euro più 200 mila euro per i fuori Regione; Villa Ida di Torino, con un budget di 6 milioni e 950 mila euro, più 231 mila euro per i fuori Regione, il Fatebenefratelli di San Maurizio per circa 11 milioni e 600 mila euro, più 400 mila euro per i fuori regione, infine Villa Taurina, sempre di San Maurizio, ma specializzata in lungodegenza psichiatrica, con un budget di circa 8 milioni di euro. All’elenco si aggiunge l’Ospedale di Settimo Torinese. Anche qui ci si occupa di post acuzie ma la proprietà è quasi interamente pubblica.
Dimenticavamo….
Tra le notizie che sono andate per la maggiore in questi ultimi giorni, e di cui abbiamo ampiaemonnte parlato sullo scorso numero del giornale, c’è quella dell’incarico di consulenza affidato dall’Asl To4 a Clemente Ponzetti, 63 anni, di Montalto. Chiamato dal neo commissario Luigi Vercellino per risistemare il Servizio di igiene e sanità pubblica messo a dura prova dalla pandemia.
Per la cronaca, Ponzetti, doppia specializzazione in medicina del lavoro e preventiva, è il coordinatore del gruppo sanitario del Policlinico di Monza che è proprietario della Clinica Eporediese. Con il Policlinico di Monza è peraltro tornato a lavorare anche l’ex direttore generale dell’Asl To4 Lorenzo Ardissone che già era stato direttore amministrativo alla Clinica Eporediese.
Lo ribadiamo se ancora ce ne fosse il bisogno: possibile che tra i quasi 6 mila dipendenti dell’Asl To4, peraltro pagati profumatamente, non ci sia un dirigente in grado di fare il lavoro che si vuole far fare a Ponzetti? Non è un po’ incredibile…