E poi ci si chiede che cosa sia la “burocrazia“, cosa significa vivere in uno Stato “borbonico” o essere “schiavi” e taglieggiati dagli uffici pubblici. Ve lo spieghiamo noi. E’, per esempio, una lettera dell’Inps, inviata ai pensionati, anziani e magari anche un po’ acciaccati, con richieste di “pin”, “puk”, “codici spid”, il tutto condito da frasi perentorie e citazioni di decreti leggi della Repubblica italiana. Ne sono un esempio le tante comunicazioni inviate nei mesi e nelle scorse settimane, aventi come oggetto le “prestazioni collegate al reddito…”. Con tanto di minaccia finale: “Nel caso in cui non faccia pervenire la dichiarazione reddituale l’Inps avvierà il processo di sospensione e, in caso di suo ulteriore mancato riscontro, provvederà alla revoca in via definitiva delle prestazioni secondo quanto preciso dalla normativa vigente…., firmato Beniamino Gallo!”
Ora, aldilà della sostanza, quel che ci fa venire veramente il voltastomaco è la “forma”.
Ma come si fa a dire ad una vecchina, magari di 80 anni “guarda, fai attenzione che se non vai sul nostro sito internet, non metti il pin, non hai lo spid e non ci rispondi entro 30 giorni, ti togliamo la pensione…”.
E’ da criminali patentati. E’ da stolti. E’ una di quelle cose che, se non sei preparato, non soffri di problemi cardiovascolari e non hai dei figli capaci di utilizzare le moderne tecnologie ti viene un coccolone. Insomma, sono cose che non si fanno o, se si fanno, si dovrebbero fare in maniera diversa, magari con una telefonata o una lettera dai toni amicali.
Tant’è… Così è vi pare, scriveva Pirandello. Così è se vi pare un bel corno e un bel “vaffanculo” all’Inps nessuno glielo toglie. Peraltro abbiamo cercato informazioni sulla questione anche sul sito internet dell’Ente e, anche qui, ci siamo ritrovati di fronte ad una lunga serie di paroloni del tutto inappropriati. Frasi che sembrano scritte da un avvocato e dovrebbero invece essere curate da chi conosce la lingua italiana anche nella sua forma parlata.
E si legge che i “pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito hanno l’obbligo di dichiarare all’INPS i propri redditi e, qualora previsto dalla normativa, anche del coniuge e dei componenti del nucleo rilevanti per la prestazione…”. Ma si apprende anche che “con la campagna RED ordinaria l’Istituto richiede ai soggetti beneficiari di prestazioni previdenziali e/o assistenziali collegate al reddito l’annuale dichiarazione (modello RED) dei redditi, che incidono sulle prestazioni in godimento….”.
Insomma si passa dalle richieste chiare sono negli obiettivi finali (ti tolgo la pensione). Ma che cosa significa “soggetti beneficiari di prestazioni previdenziali” che incidono sulle prestazioni in godimento? Non sarebbe meglio scrivere: “Caro pensionato, oltre alla pensione, per caso hai qualche altro reddito?”
In buona sostanza: sono tenuti ad effettuare la comunicazione all’Inps tramite la dichiarazione RED i titolari di prestazioni collegate al reddito che non avevano comunicato per intero all’Inps (tramite il 730 o il modello Unico) tutti i redditi percepiti nell’anno precedente.
Molte volte si fa riferimento a redditi da collaborazione coordinata e continuativa, pensioni o rendite estere, reddito da lavoro autonomo, anche occasionale.
Il modello Red deve essere prodotto anche da coloro (e non se ne capisce il perché) che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi perché titolari solo di un reddito da pensione e da abitazione principale: tali soggetti sono tenuti a dichiarare all’Inps il reddito della casa di abitazione, se rilevante sulla prestazione di cui sono titolari.
E per chi proprio non ce la facesse a utilizzare uno spid resta la via del patronato, inutile telefonare al Call Center per chiedere spiegazioni, lì non risponderà nessuno….