Sono 1.820 i lavoratori di Stellantis – enti centrali di Mirafiori, Verrone, Pratola Serra e Melfi – che potranno lasciare il gruppo, con uscite incentivate e volontarie, entro la fine di quest’anno.
E’ anche previsto un percorso di ricollocazione da parte dell’azienda, denominato ‘active placement’, con l’aiuto di società specializzate del settore.
L’accordo è stato firmato da tutti i sindacati, a eccezione della Fiom.
“Se si considerano le uscite già previste fino a oggi si arriva a oltre 4.000 lavoratrici e lavoratori in meno dal 2021. Non si può continuare a navigare a vista senza avere prospettive a medio, lungo termine e strumenti idonei a garantire il lavoro e le attività produttive”, spiega Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive della Fiom.
A Mirafiori – sottolinea la Fiom torinese – nel giro di un anno arriviamo con queste 600 uscite a un totale di 1.400 tra gli impiegati e 2.900 in tutta l’area.
Fim, Uilm, Fismc, Uglm e Aqcfr ribattono che è interessato il 3,7% dei 49.000 dipendenti degli stabilimenti italiani.
“Si tratta di un accordo positivo – osservano i sindacati – perché permetterà di adeguare gli organici in modo socialmente responsabile prevedendo un concreto e innovativo strumento di ricollocazione attiva, a esclusiva adesione volontaria, che auspichiamo possa dare risultati concreti”.
“Il passaggio all’elettrico – continuano i sindacati – comporta un periodo di transizione durante il quale si determinerà un calo dell’apporto lavorativo e un significativo cambiamento delle competenze professionali, che dovranno essere gestiti attraverso la formazione professionale e nuove assunzioni. E’ necessario che Stellantis implementi in tempi brevi gli investimenti previsti nel piano industriale”.
In alcuni stabilimenti sono state già raggiunte negli ultimi mesi delle pre-intese per 752 uscite volontarie e quindi le procedure da avviare sono 1.068.
Sono stati rafforzati gli incentivi per chi maturerà il diritto ad andare in pensione entro i prossimi 48 mesi: nei primi due anni si arriverà fino al 90% della retribuzione e al 70% negli altri due.
L’azienda verserà anche i contributi che potrebbero mancare per raggiungere la pensione.
Confermati gli incentivi per chi non raggiungerà la pensione.
Una novità è rappresentata dall”active placemen, un vero accordo di rioccupazione che riguarda soltanto gli impiegati: il lavoratore, sempre su base volontaria, potrà decidere di accettare su base volontaria un nuovo impiego rinunciando al 50% degli incentivi.