Torino sì sa è la capitale delle prime volte, dello sbocciare delle idee geniali, dell’impensato che si fa realtà. E infatti è successo a Torino, in queste settimane, qualcosa di completamente innovativo, mai visto, forse pensato, certamente desiderato, ma mai realizzato.
A Torino il Teatro si è spostato: dai grandi e piccoli teatri, dalle piazze e dai palchi ed è andato a casa degli spettatori. Sì il teatro on demand (come va tanto di moda dire) a casa tua!
Ora vi racconto per filo e per segno. Come tutti sappiamo, a causa del covid, tutti i teatri sono chiusi da tempo, gli attori a raccogliere frutta e verdura e gli spettatori spalmati sui divani a rincitrullirsi di serie televisive. E la situazione sarebbe stata destinata a perdurare ancora per un po’ se non fosse stato per una sorella amorevole, un’attrice indaffarata e un attore intelligente. Mi spiego meglio. Una sorella amorevole, volendo fare un regalo speciale ha telefonato alla sua amica attrice Talia Chiolero, chiedendole se poteva organizzare qualche forma di intrattenimento per festeggiare in modo speciale un genetliaco altrimenti tristanzuolo. Talia, di nome e di fatto, pensa a uno spettacolo di improvvisazione in cortile, ma purtroppo per la data fissata è impegnata. Tuttavia, non volendo perdere la ghiotta occasione per realizzare un’idea così innovativa e geniale contatta il suo collega Giacomo Bisceglie e nasce così il primo “Teatro del Mezzanino”. La sera del festeggiamento, la famiglia (stretta) si ritrova (mantenendo le debite distanze) sul pianerottolo dell’appartamento della festeggiata, la quale, ignara di tutto, di ritorno dal lavoro si ritrova a prendere posto nella “poltrona” di prima fila, sul primo gradino. Dopo poco una bella voce sale dalla tromba delle scale è Sancho, fedele scudiero, che in veneto stretto si lamenta con il suo signore della fatica del salire le scale. Il dialogo tra Sancho e Don Chisciotte prosegue lungo le scale in un serrato botta e risposta fino al comparire di Giacomo-Chisciotte in scena sul mezzanino (sul pianerottolo) a cavallo del suo fedele destriero.
Lo spettacolo prosegue per un’oretta tra improvvisazione (persino un vicino sbadato che ha sbagliato piano, partecipa all’azione teatrale) e diretto coinvolgimento del pubblico delle scale che, guidato, ha recitato, cantato e goduto dell’azione scenica in maniera diretta e attiva. Sugli echi finali di una poesia di Lorenzo De Medici, gli spettatori emozionati fanno fatica a rassegnarsi alla conclusione della rappresentazione.
La Prima del “Teatro del Mezzanino” è stata un gran successo con grande soddisfazione del one show man Giacomo Bisceglie, e ancor maggiore soddisfazione del pubblico.
Non solo il pubblico si è emozionato, anche l’attore ha mostrato trepidante commozione non solo per aver finalmente rincontrato il pubblico dopo più di un anno di inattività, ma soprattutto per il tipo di incontro. Infatti il “Teatro del Mezzanino” diventa teatro intimo caratterizzato da una prossimità mai sperimentata: non solo va a casa delle persone, quindi entra nel loro privato; ma il numero molto limitato di spettatori, permette un’intimità, una complicità che il teatro tradizionale non ha mai permesso. L’attore, l’azione scenica e gli spettatori diventano un unicum, regalando a ciascuno un’esperienza viscerale. Per dirla con le parole di Giacomo “l’attore si nutre della relazione con il pubblico, delle sue reazioni, se riesce a provocare stupore allora da questo nasce tutto, perché nasce l’uomo stesso e allora lo spettacolo ha avuto significato, perché la il teatro è soprattutto relazione, una relazione dalla quale sorga stupore catartico”.
Ecco quindi una meravigliosa alternativa alla televisione distraente, un teatro personalizzato che intrattiene è vero, ma grazie alla concentrazione, che la partecipazione richiede, permette di rigenerarsi ed evolvere.
Nuove idee, nuove formule si presentano come nuove occasioni: il teatro del Mezzanino è un teatro che ha saputo evolvere e cambiare, seguendo la natura intrinseca dell’attore che deve cambiare, deve adattarsi, deve saper cambiare, deve sapersi adattare: quindi in questi tempi difficili sono necessarie nuove forme. Come suggerisce Kostantin e ci ricorda Giacomo Bisceglie “Sono necessarie forme nuove. Nuove forme sono necessarie e, se queste mancano, allora è meglio che niente sia necessario (“Il Gabbiano” Checov).
In questi giorni si è tenuta la “Prima”, mi auguro che il futuro di Giacomo sia ricco di serate, trascorse da un mezzanino all’altro (tra l’altro chi fosse interessato può contattarlo direttamente sulla sua pagina facebook): ha avuto un’idea geniale e spero che tanti fortunati possano godere di tale gioia e tanti ancor più fortunati possano ricevere un simile eccezionale regalo.