TORINO. “Le imprese artigiane di tutti i settori (autotrasporto, edilizia, food, moda, ceramica-vetro, pulitintolavanderie) lanciano un grido d’allarme e temono di gettare la spugna per il rincaro e la difficoltà di reperimento delle materie prime, per i lunghi tempi di attesa di consegna dei materiali, per l’aumento dei prezzi di benzina, gasolio e elettricità. Quello che stanno vivendo è una sorta di lockdown forzato” ha commentato Dino de Santis, presidente di Confartigianato Torino.
Il comparto dell’autotrasporto con la Unatras – l’Unione delle associazioni nazionali più rappresentative dell’autotrasporto- che raggruppa le 7 principali associazioni del settore ed è presieduta da Confartigianato, ha in corso una vertenza a causa del rincaro spropositato di gasolio e benzina alimentato da atti speculativi, che mantengono alto il prezzo del carburante e degli additivi.
L’intesa raggiunta allontana il rischio del fermo nazionale dell’autotrasporto dal 4 aprile. Le sanzioni introdotte contro Mosca hanno forti ripercussioni sull’export, aggravate dal fatto che l’Italia è al quarto posto per il valore delle esportazioni sui mercati russo e ucraino, in particolare per la moda.
Nel 2021 la produzione rimane oltre un quinto inferiore ai livelli del 2019 con 22 miliardi di minori ricavi nel biennio. La moda è il secondo settore per esportazioni in Russia, con vendite nel 2021 pari a 1,346 miliardi, il 17,5% del totale, dietro ai macchinari e apparecchi per 2,147 miliardi. Salato è anche il conto per l’export di gioielli italiani a Mosca e dintorni: si stima un giro d’affari di 1,4 miliardi.
In grave sofferenza anche il comparto dell’edilizia. Non se la passa meglio la carpenteria meccanica per la carenza di ferro, acciaio e nichel, quest’ultimo importato principalmente dalla Russia.