TORINO. Il Sermig diventa da oggi hub per la vaccinazione anti Covid. “Abbiamo accettato di ospitarlo come segno di disponibilità: l’Arsenale della Pace dal 2 agosto del 1983 ha deciso di tenere le porte aperte e di far entrare i problemi e le opportunità del mondo e della nostra città. Lo spirito rimane lo stesso.
È l’Arsenale che continua ad essere un luogo pronto ad accogliere chi bussa”, spiega al dorso torinese del Corriere della Sera Ernesto Olivero, che del Sermig è il fondatore.
“La pandemia è stata anche per noi un imprevisto che ci ha spiazzato e che abbiamo vissuto con paura – aggiunge – Abbiamo però deciso di tenere le porte aperte continuando ad accogliere i poveri. In fondo, il nostro ruolo è rimasto quello di sempre anche se, con il passare dei mesi, abbiamo intercettato una povertà sempre più grande, mista di fragilità economiche e psicologiche”. Per Olivero “è arrivato il tempo di ricostruire, tutti insieme”.
“Bisogna forse aumentare lo sforzo, le forze in campo, gli operatori, la rete di assistenti sociali. Il resto viene dopo – dice a proposito dell’aumento dei senzatetto – Spesso si pensa che il problema sia solo quello di dare un posto letto. Non basta. In strada troviamo persone che fanno i conti anche con altri problemi come le dipendenze e i disagi psichici.
Le istituzioni devono promuovere politiche di solidarietà concreta, interventi puntuali. Il mondo del volontariato e del terzo settore deve imparare a lavorare insieme ancora meglio di quanto già faccia ora. I singoli cittadini devono andare oltre la paura e l’indifferenza. Così, la nostra sarà davvero una città ancora più inclusiva”.