“La maggior diffusione ed esportazione negli Stati ha avuto origine alcune settimane fa alle Canarie, dove, durante due grandi feste ci sarebbe stata un’interazione frequente e ravvicinata tra diversi partecipanti; un fatto che, necessariamente, ha causato una maggiore diffusione dell’infezione, esportata nei Paesi d’origine di rientro dalla vacanza e, di conseguenza, ora diffusa in molti paesi europei.
Per ora nessuno si è rivolto a noi perché presentava sintomi riconducibili al vaiolo della scimmia, ma ne approfitto: se qualche piemontese ha partecipato a questi eventi, è bene che si venga a fare un controllo”.
E’ l’appello del professor Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. “Penso che abbia senso continuare a sensibilizzare, anche attraverso i media, invitando coloro che sanno di essere stati esposti al rischio, a far visita all’ospedale malattie infettive più vicino, per fare un controllo in via prudenziale.
Non è la prima volta, tra l’altro, che capitano situazioni del genere”, aggiunge Di Perri in una intervista al dorso torinese del Corriere della Sera, in cui invita però a evitare l’allarmismo: “il vaiolo della scimmia è molto meno trasmissibile e lo conosciamo bene. Il Covid-19, invece, per i primi due anni ci ha travolti per l’alto grado di contagiosità e, in poco tempo, si è diffuso in tutto il mondo”.