Migliora il numero dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, che con 144 segnano una riduzione di 72 unità.
I 528 decessi per Covid-19 avvenuti nelle ultime 24 ore sono un segnale in più di quanto indicano stime e modelli matematici, vale a dire che in questa seconda ondata della pandemia hanno raggiunto il picco, anche se la curva tende a scendere molto lentamente.
È la Lombardia ad averne registrato il numero più alto, secondo i dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità. Come ogni lunedì, i numeri dell’epidemia mostrano una riduzione, dovuta al minor numero di tamponi. I dati del Ministero della Salute indicano infatti 13.720 casi positivi in più registrati in 24 ore, a fronte di 111.217 tamponi eseguiti, con un rapporto casi positivi-tamponi che è salito ancora dell’0,8% come aveva fatto il giorno precedente e che è arrivato al 12,3%. Una percentuale elevata, spia di un tracciamento ancora fuori controllo.
Migliora invece il numero dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, che con 144 segnano una riduzione di 72 unità; il totale è attualmente di 3.382. Sono invece aumentati di 133 unità i ricoveri nei reparti Covid ordinari, per un totale di 30.524 pazienti.
Regioni con più casi di Covid
Fra le regioni, a registrare il maggior numero dei casi è ancora oggi il Veneto, con 2.550, seguito da Emilia Romagna (1.891), Lombardia (1.562) e Lazio (1.562). Sono dati che ancora una volta indicano una situazione instabile, con tendenza interpretata da molti esperti come positiva, ma che facilmente potrebbe subire alterazioni in relazione ai comportamenti.
Le stime elaborate dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac), indicano che “la curva dei casi è destinata a scendere ancora, ma solo se la situazione resterà invariata“.
Secondo l’esperto “quello che vedremo fra 14 giorni sarà il risultato delle misure appena introdotte. Se il sistema non sarà perturbato si potrà scendere sotto 10.000 casi nell’arco di due settimane. È una stima per difetto – ha rilevato – perché con il rilascio delle restrizioni si rischia di far tornare a salire la curva“.
Sempre se le condizioni attuali saranno confermate, secondo i calcoli di Sebastiani “per riuscire a recuperare il tracciamento saranno necessarie quattro settimane”. Per quella data i nuovi casi potrebbero infatti scendere a 6.000 al giorno, un numero che equivale a un rapporto fra casi positivi e tamponi pari al 3%, il valore considerato la soglia oltre la quale il tracciamento non funziona più.
“La condizione necessaria è che la situazione generale resti invariata, ma se così fosse la soglia che segna il recupero del tracciamento potrebbe essere raggiunta con l’inizio del nuovo anno, in concomitanza con l’apertura delle scuole“, ha rilevato Sebastiani.
I decessi
Quanto ai decessi, le stime elaborate dal matematico del Cnr indicano che hanno raggiunto un plateau, dopo aver toccato il picco tra fine novembre e inizio dicembre. “Il picco dei decessi è raggiunto in questi giorni. Non si tratta di un picco stretto, ma di una campana larga, con un massimo non troppo pronunciato“, ha osservato Sebastiani.
“Una riduzione significativa si potrà vedere però soltanto fra due o tre settimane“, ha aggiunto. A tracciare un identikit dei decessi per Covid sula base dei dati aggiornati al 2 dicembre è il Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al virus Sars-CoV-2 in Italia indica che è avvenuto in Lombardia il 39,9% dei decessi per Covid-19 in Italia dall’inizio della pandemia, per un totale di 22.252.
Basato sui dati relativi a 55.824 pazienti, il Rapporto indica che, a livello nazionale, l’età media dei deceduti è 80 anni, mentre solo l’1,2%, ovvero 657, aveva meno di 50 anni; il 97% aveva malattie precedenti. Fra le regioni, dopo la Lombardia a registrare il maggior numeri decessi sono Emilia Romagna (5.805, pari al 10,4% del totale), Piemonte (5.556, 10%), Veneto (3.899, 7%), Lazio (2.525, 4,5%) e Liguria (2.419, 4,3%).