A Torino hanno avuto inizio le proteste dei lavoratori, che intendono puntare l’attenzione sui rischi che corrono per via del caldo record e dei fenomeni meteorologici sempre più estremi.
Negli ultimi mesi, in tutta Italia (e non solo) abbiamo assistito a diversi eventi meteorologici estremi, molti dei quali hanno avuto terribili conseguenze. Le forti piogge e i temporali, in alcuni casi accompagnati da grandine, hanno portato a conseguenze dannose in più parti della Penisola. Lo stesso vale per il caldo e le temperature da record che, in queste settimane, stanno provocando incendi e siccità. A rimetterci sono anche i lavoratori, in diversi settori, i quali oltre a dover fare i conti con difficoltà economiche (per esempio nel caso degli agricoltori) rischiano di correre seri pericoli per quanto riguarda la loro salute.
In tale ottica, diventa necessario trovare delle soluzioni che vengano incontro alle necessità dei cittadini, mettendo al centro il tema sicurezza. Alcune Regioni italiane, fortunatamente, hanno deciso di intervenire in questo senso, con l’introduzione di misure ad hoc per i lavoratori. In Piemonte, per esempio, il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore alla Sanità Federico Riboldi hanno approvato un’ordinanza che permette a coloro che svolgono attività riconosciute come fisicamente intense di astenersi dal lavoro negli orari più caldi.
Nello specifico, l’intervallo di riferimento va dalle 12.30 alle ore 16. La restrizione, entrata di recente in vigore, è valida nei giorni in cui sull’apposita piattaforma worklimate.it segnala alti livelli di rischio per i lavoratori in base alla mappa ad opera dell’Inail. Una svolta che ha fatto gioire molti dipendenti e che si rivolge, in particolare, a ci è impegnato nei settori dei cantieri edili, agricolo e florovivaistico. Tuttavia, la misura ha escluso alcuni lavoratori che, proprio in questi giorni, hanno dato inizio ad un protesta per la tutela dei propri diritti.
I lavoratori chiedono un’estensione delle misure di tutela da caldo e piogge: la denuncia durante il presidio di Torino
A voler dire la propria sono stati soprattutto i rider, che hanno organizzato un raduno in piazza Castello, portando con sé le bici e gli zaini termici tipici utilizzati per il lavoro, mostrando inoltre i loghi delle varie compagnie per cui eseguono le consegne di alimenti e non solo. Esclusi dall’ordinanza della Regione Piemonte, hanno voluto evidenziare come anche loro stessi siano esposti ai rischi legati al caldo e alle piogge.
Ciò che è stato richiesto, dunque, è di estendere la misura coinvolgendo la loro categoria. L’attenzione è stata puntata anche sulla mancanza di tutele nei loro confronti: ad eccezione di alcuni lavoratori, la maggior parte è priva di un qualsiasi accordo sanitario. Solamente qualche giorno fa, durante una grandinata, i rider si sono dovuti mettere al lavoro rischiando di avere incidenti gravi. In quattro hanno riportato infortuni.
“Tutto il giorno sei per le strade della città, ma quello che porti a casa alla fine della giornata è poco, anche se non ti fermi mai”, ha fatto notare uno dei presenti, come riportato da Torino Oggi. I lavoratori passano ore e ore sotto il sole, molto spesso aspettando che i piatti da consegnare vengano cucinati – e, di conseguenza, senza alcun guadagno. “Non veniamo rispettati come lavoratori”, ha proseguito l’intervistato, spiegando che talvolta devono anche fare i conti con furti di bici o imprevisti vari (e nessun rimborso da parte delle aziende per cui lavorano).