TORINO. Si apre oggi a Torino la 17a edizione di Paratissima, fra gli appuntamenti autunnali della città con l’arte contemporanea quello più giovane e scanzonato, in quanto dedicato all’arte emergente.
Per la prima volta non avrà un tema, perché gli organizzatori hanno ritenuto che dopo due anni di pandemia gli argomenti sarebbero emersi in modo spontaneo.
Si spazia così dalla riproduzione dei murales cancellati dai talebani nell’installazione del collettivo afghano ArtLords che ricopre le pareti dell’ex Galoppatoio militare dei Savoia, fino al film documentario ‘Slow News‘, proiettato in una saletta poco lontano, per offrire uno sguardo internazionale sul “bisogno di tornare a un’etica dell’informazione e a un rallentamento del giornalismo, per superare l’attuale fase della post-verità”.
La manifestazione, visitabile fino al 12 dicembre, include sette ‘Special Projects’ di natura “molto politica e sociale”, i cui lavori sono introdotti dalla frase di George Orwell: ‘la posizione secondo cui l’arte non dovrebbe avere niente a che fare con la politica è già una posizione politica’.
Ed è divisa in due sezioni: ‘Exhibit and Fair’ e ‘NICE & Fair’. La prima raccoglie i progetti individuali e collettivi più collaudati e rappresenta il corpo principale di Paratissima, mentre la seconda è l’esposizione dedicata alle nuove proposte sia sul fronte degli artisti sia su quello dei curatori. In questa sezione vengono presentate 6 mostre collettive curate da 17 curatrici giovanissime, agli esordi come i loro giovani artisti.
A raccontare il tutto, oggi nello spazio del Galoppatoio, la direttrice artistica di Paratissima Olga Gambari, la curatrice di ‘Nice & Fair’ Francesca Canfora, e il vicepresidente della manifestazione Lorenzo Germak.
Paratissima, hanno spiegato, “quest’anno vuole essere una sorta di grande sala di ascolto degli artisti emergenti, lasciati in libertà”. L’opera che meglio incarna il senso generale dell’esposizione e che Paratissima ha scelto come immagine simbolo è ‘Le Ballet Mélancolique’, un grande arazzo dell’artista americana Scarlett Rouge: l’immagine femminile di una creatura che ha il mondo per testa e cammina in spazio buio pieno di occhi colorati che si aprono: “questo vorrebbe essere Paratissima – hanno detto gli organizzatori – e gli occhi sono gli artisti”.
Questi occhi, spiegano, “scrutano una notte che è luce e profondità, non buio, una notte come quella di cui parla Alda Merini nella sua poesia dedicata agli artisti: ‘I poeti lavorano di notte. Occhi come gemme, fiori colorati, diversi, stupiti e curiosi. Terzi occhi. Sono vite, spiriti, intuizioni’. “Nel nostro mondo – proseguono gli organizzatori – gli artisti si riaffacciano alla comunicazione dopo la notte del Covid, che lo scorso anno provocò la chiusura di Paratissima a una settimana dal taglio del nastro.
In altri mondi quali l’Afghanistan, i 50 artisti del collettivo ArtLords hanno dovuto fuggire dalla notte dei talebani, che ha cancellato da tutto il Paese i loro oltre duemila murales. Paratissima prova a restituire voce a quel progetto di arte pubblica che viveva nelle strade dell’Afghanistan”.
Info, orari e biglietti al link https://paratissima.it/paratissima/